Pericu, Titella, Putxinel•i
Barcellona, Spagna
In Catalogna, Pulcinella prende i nomi di Pericu,Titella o Putxinel-li, e la parola titella, assieme con putxinel•i, si usa in catalano per designare il teatro di burattini in generale. Questi personaggi si distinguono dai loro colleghi europei per vari tratti costitutivi, anzitutto per la peculiare tecnica manipolatoria a guanto, chiamata del burattino catalano. Un’elegante testa scolpita e un busto largo con tre fori in basso, dove si collocano le tre dita centrali della mano del burattinaio, ciò che conferisce al burattino una speciale prestanza fisica e al tempo stesso costringe a una manipolazione più di tipo coreografico che di dettaglio. Dito pollice e mignolo muovono le braccia. Il protagonista, giovane giocoso di bell’aspetto, a volte porta un tipico berretto catalano, è astuto e imbroglione ma in fondo una brava persona. Risolve a bastonate i suoi contrasti e il suo alter-ego principale è il Diavolo, mentre il suo avversario mondano è Tòfol. Le opere si iscrivono nella forma drammaturgica della farsa e della commedia burlesca, anche se naturalmente sono assolutamente fedeli alla logica bastonatoria della tradizione europea dei burattini. Si ignora l’origine dei tre personaggi ma sono documentati a partire dalla metà del XIX secolo e sappiamo che già al finale di quel secolo e fino ad un buon punto del XX, ai tre e in special modo a Pericu, si dedicarono diverse dinastie di burattinai, due delle quali sono arrivate fino ai nostri giorni: la famiglia Anglès (che chiuse il suo teatrino negli anni ’80) e Titelles Vergés, il cui ultimo rappresentante, Sebastià Vergés, ancora lo pratica proseguendo la tradizione con una straordinaria consapevolezza del valore patrimoniale della stessa. La tecnica del burattino catalano, continua a essere vitale grazie all’uso che ne fanno vari burattinai, tra i quali vanno citati Eugenio Navarro e Eudald Ferré.