Fondazione Milano – Scuole Civiche è stata costituita dal Comune di Milano per gestire quattro scuole di Alta Formazione nel settore dello spettacolo e della comunicazione: la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e la Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli. La Fondazione oggi è un polo universitario che ha circa 3000 allievi, provenienti da tutta Italia e da più di 30 Paesi stranieri, 300 professionisti e 8 sedi a Milano.
In questo contesto internazionale e innovativo è inserita la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, da sempre un punto di riferimento formativo nel mondo teatrale italiano.
Nata nel 1951 a opera di Paolo Grassi e Giorgio Strehler, propone due corsi accademici di primo livello AFAM in Recitazione e Regia e tre corsi di alta formazione per autori teatrali, danzatori, organizzatori dello spettacolo dal vivo e affianca ai corsi curricolari un’ampia offerta di formazione continua con corsi intensivi, sia propedeutici che specialistici, masterclass, summer school.
All’interno della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, all’epoca direttamente gestita dal Comune di Milano, alla fine degli anni Settanta è stata istituita la collezione di burattini e marionette alimentata da donazioni di molte collezioni private tra cui il lascito di Roberto Leydi che è stato anche direttore della Scuola dal 1976 al 1985.
Si tratta di 5000 oggetti che documentano l’evolversi dei generi e delle maschere dalla seconda metà del 1700 fino agli anni ’40 del Novecento.
L’importanza della raccolta è dovuta al fatto che essa documenta non solo burattini o marionette, ma comprende anche gli strumenti per la loro produzione, tutto quel che riguarda i materiali che permettono la messa in scena – scenari, manifesti, parti di ricambio, attrezzature da scena, materiali per realizzare gli effetti speciali, elementi illuminotecnici – e un ricco fondo documentale con copioni, canovacci, manoscritti delle più importanti compagnie italiane degli ultimi tre secoli.
Il valore scientifico della collezione risiede nell’integrità delle opere che sono state raccolte direttamente da diverse compagnie e non sono mai state rimaneggiate. Sono presenti circa un migliaio di pezzi appartenuti alle più importanti compagnie dell’Ottocento. Tra queste vanno segnalate, per quanto riguarda le compagnie marionettistiche, le famiglie Ponti, Ajmino, Pallavicini, Salici, Pavero, Podrecca, Gambarutti. Anche per quanto riguarda i burattini sono documentate le più note compagnie italiane. Fanno parte della collezione burattini appartenuti a Francesco Campogalliani, Navagero Bugnoli, Carmelo Piccoli, Ciro Bertoni. Una particolare attenzione va riservata alla compagnia Preti, originaria di Modena, che ha ampiamente operato anche in Lombardia (soprattutto a Milano, Varese, Cremona) e che ha lasciato l’”edificio” più imponente e prezioso di tutte le compagnie italiane. Essa comprende circa 250 burattini, 400 scenografie, centinaia di abiti, cappelli, parrucche, mobili, copioni, canovacci, ecc. Della collezione non fa parte solo “l’edificio” ma anche tutti gli strumenti che sono stati necessari per produrlo. Ad esempio la morsa e gli scalpelli utilizzati per scolpire le teste dei burattini.
La collezione documenta le maschere nate contemporaneamente nel teatro d’animazione e sui palcoscenici dei comici: Arlecchino, Brighella, il Dottore, Tartaglia, Pantalone, Pulcinella sono ampiamente rappresentati in tutta la collezione tanto che è addirittura possibile vederne l’evoluzione. L’Arlecchino più antico, ad esempio, ha un viso animalesco con gli occhi rotondi da felino. Successivamente si è ingentilito, ha avuto sembianze più umane pur mantenendo la classica mezza maschera nera. Oltre alle maschere della Commedia dell’Arte sono presenti anche quelle nate successivamente come Narciso e Meneghino fino a quelle comparse per la prima volta in età napoleonica: Gioppino a Bergamo, Fagiolino a Bologna, Sandrone e tutta la famiglia Pavironica a Modena, Barudda a Genova, Gianduja a Torino.
Ricca la sezione dedicata agli abiti di scena: la sartoria raccoglie circa 2000 pezzi e abiti confezionati dalla prima metà dell’Ottocento al 1930. L’accuratezza con la quale sono stati confezionati gli abiti e i loro accessori permette di definire esattamente una storia della moda e del costume “colto” e “popolare”.
Le scenografie occupano uno spazio importante nella collezione. Realizzate da artisti professionisti, le 500 scenografie per burattini e marionette sono tutte di ottima fattura. Le scene per le rappresentazioni di burattini sono dipinte a tempera e comprendono un fondale, diviso in due parti per facilitarne il trasporto, e due ordini di quinte. Fanno parte di questo settore le cosiddette plance: enormi dipinti molto accurati, sempre a tempera su carta, che raggiungono le dimensioni di 3 metri di larghezza per due di altezza. Rappresentavano un momento dell’opera in repertorio e venivano esposti all’esterno del teatro per sostituire il manifesto.
Molto numerosi anche i materiali di scena con sedie, tavoli e salotti utilizzati durante le rappresentazioni. In una raccolta così completa non poteva mancare la parte dedicata all’illuminazione: conservate le più antiche candele e lampade a petrolio fino ai primi quadri luce utilizzati per spettacoli teatrali. Numerose le armi di scena che arricchiscono la raccolta, ma non meno interessanti gli effetti speciali utilizzati durante le rappresentazioni. Tra i materiali, particolarmente insoliti e curiosi presenti nella collezione, si trova un ricettario utilizzato per realizzare scoppi, fuochi o tuoni sul palcoscenico, preziose indicazioni per fare in casa la miracolosa pomata contro le scottature. I registri e i libri mastro, raccolti dalla collezione, sono un documento della vita quotidiana delle compagnie e degli avvenimenti storici più importanti.
Sono conservati anche più di 200 copioni manoscritti per marionette e circa 150 canovacci per burattini, oltre ai testi che hanno ispirato i copioni e i canovacci degli spettacoli: testi teatrali, romanzi d’appendice, libretti di opere liriche e racconti popolari. La collezione comprende infine un centinaio di manifesti molto rari: i più antichi, esposti dalle compagnie per pubblicità nelle strade e nelle piazze, risalgono alla metà dell’Ottocento.
La collezione della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi è oggi custodita nello Spazio Ex Ansaldo a Milano, che al momento non è aperto al pubblico. La Fondazione è costantemente impegnata nella ricerca di modalità e occasioni per valorizzare e rendere fruibile la collezione. Ha creato da tempo un sito dedicato – www.buma.it – che comprende banche dati e percorsi tematici e ha accolto con entusiasmo la richiesta di prestito per questa mostra: una preziosa occasione per vedere da vicino una piccola ma significativa parte della propria raccolta di burattini e marionette.
Marilena Adamo
Presidente di Fondazione
Milano Scuole Civiche