Il Karagöz, teatro delle ombre in Turchia
Karagöz (occhio nero in lingua turca) è il personaggio principale – insieme ad Hacivat (o Hacivad) – del teatro d’ombre turco tradizionale, divenuto popolare sotto l’Impero Ottomano.
Fino all’avvento della radio e del cinema, fu la forma di intrattenimento più diffusa in Turchia e sopravvive ancor’oggi, anche se in forme indirizzate soprattutto al pubblico infantile.
Le attuali versioni edulcorate ci hanno fatto dimenticare – come successo anche per i nostri repertori tradizionali con protagonisti Gioppino, Arlecchino, Fagiolino e Pulcinella – il carattere sovversivo che questi spettacoli avevano in origine.
Il tema centrale delle commedie sono infatti i contrasti fra i due personaggi principali: Karagöz, brutto, gobbo e povero, come testimoniano i suoi vestiti rattoppati, che incarna l’uomo del popolo, ignorante e dai modi spicci, imbattibile nel farsi passare per un imbecille, e Hacivat che appartiene alla classe istruita e si esprime in un linguaggio letterario. Lo spirito semplice ma arguto di Karagöz ha però sempre la meglio sull’istruzione di Hacivat e il nostro rappresentante del popolo oppresso finisce inevitabilmente, grazie alla sua astuzia e scaltrezza, per trionfare sui potenti.
Il Teatro dei Fauni
Il Teatro dei Fauni è formato da persone provenienti dal mondo del teatro d’attore, da quello dei burattini e della musica. Direttrice artistica è Santuzza Oberholzer, autrice, burattinaia e regista, che ha frequentato la scuola di teatro dell’Università di Quito (Ecuador) dove poi ha insegnato teatro di figura; dal 1976 ha lavorato come burattinaia e attrice in Ecuador e in varie tournées in America Latina. Di ritorno in Svizzera nel 1986 ha fondato a Locarno il Teatro dei Fauni.
Il teatro di figura si presta particolarmente alla rappresentazione dei personaggi di antichi miti e fiabe e in questa direzione si è orientata la ricerca della compagnia. Le figure archetipe che popolano questi racconti sono cariche di poesia e di simboli di forte attualità e la ricchezza di elementi magici trova nel teatro di oggetti il suo spazio espressivo ideale. Le produzioni della compagnia sono realizzate con commistione di differenti tecniche e in diversi spettacoli il Teatro dei Fauni ha utilizzato, accanto a burattini e marionette, la tecnica del teatro delle ombre.
Gi spettacoli in italiano della compagnia sono sovente tradotti in altre lingue e sono stati presentati in: Austria, Canada, Cechia, Cile, Cuba, Francia, Germania, Italia, Iran, Madagscar, Messico, Slovacchia e Turchia. Santuzza Oberholzer ha scritto una quindicina di copioni tra cui “L’upupa e il principe”, che nel 1992 ha vinto il primo premio al Festival internazionale di Teheran, e “L’uccello del paradiso” scelto nel 2001 per rappresentare la Svizzera ai IV Jeux de la Francophonie di Ottawa, Canada.
Nel 2005 ha ricevuto il riconoscimento di “ospite illustre” della città di La Avana, Cuba per il suo spettacolo solista “Il bosco in valigia”. Dal 1999 dirige a Locarno il Festival Internazionale “Il Castello Incantato”.