TININ E VELIA MANTEGAZZA

Tinin e Velia Mantegazza hanno attraversato con la loro unione la storia del teatro d’animazione italiano, dalla fine negli anni Cinquanta ai giorni nostri. Agostino Mantegazza, per tutti Tinin, nasce a Varazze nel 1931 e inizia prestissimo a disegnare, attratto in particolare dagli illustratori del Corriere dei Piccoli: Tofano, Rubino, Manca, Bisi. Proprio sul Corriere nel 1950 pubblica le sue prime illustrazioni. Nel 1952 espone una serie di disegni alla Galleria San Fedele di Milano e in quel periodo, stringe amicizia con vari artisti dell’ambiente milanese, come Romagnoni, Guerreschi, Ceretti. Nel ’53, con Sergio D’Angelo, Nando Pierluca, Enrico Baj e Joe Colombo, realizza la decorazione del locale esistenzialista Santa Tecla di Milano; assieme fondano il gruppo Pittura Nucleare ed in seguito diventano amici di Fontana e Sassu. Sempre a Milano, nel 1957 inizia la sua attività giornalistica come illustratore del quotidiano La Notte e suoi disegni figurano alla Galleria Blu, accanto alle opere
di Bruno Munari, Alberto Longoni, Fabio Massimo Solari. Velia Tumiati nasce a Ferrara nel 1938 in una famiglia antifascista; il nonno, leader socialista, aveva dovuto rifugiarsi in America perché condannato a morte. Il padre di Velia, musicista, viene condannato dal regime al confino ad Ustica mentre Velia e la madre riparano in Svizzera. Velia conoscerà il padre solo alla fine della guerra e poco dopo perderà la madre che muore quando lei ha solo dieci anni. Dotata di un carattere ribelle ed esuberante, Velia durante gli studi superiori inizia a bazzicare nel mondo milanese del teatro di prosa ma scopre presto che il mestiere di attrice non fa per lei. Nel frattempo lei e Tinin si conoscono e nel 1958 convolano a nozze. Un anni più tardi aprono a Milano una piccola, ma vivace galleria, La Muffola, dove espongono pittori, ceramisti, disegnatori e si esibiscono giovani attori e cantanti. Nel ’64 fondano in cooperativa con Bruno Lauzi, Cochi e Renato e il grande compositore Gino Negri, il club Cab ’64, che ospiterà i primi passi sulle scene di Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Maria Monti e Paolo Poli. Nel 1962 intanto, hanno iniziato un percorso artistico nel mondo del Teatro d’Animazione che segnerà la storia italiana dei pupazzi, in teatro e nella televisione. Saranno più di duemila i pupazzi ideati e costruiti da Tinin e Velia per i loro spettacoli, dagli esordi con la Fata Muccona fino al Dodò, indimenticabile protagonista della trasmissione RAI L’albero azzurro. Risalgono a quegli anni anche le loro prime collaborazione con la Rai; è grazie all’incontro con Raffaele Crovi, allora responsabile di produzione a Milano che prendono vita sceneggiati come Gulliver e Alice nel paese delle meraviglie ( prima trasmissione a colori della TV italiana con protagonista Milena Vukotic), e poi le Telefiabe , Il Bosco degli Animatti e Il giro del mondo in ottanta giorni, girato con figurine ritagliate bidimensionali e sfruttando l’allora innovativo effetto “kroma-key”. E ancora storici programmi per ragazzi come Chissa chi lo sa? (cui parteciperanno cantautori esordienti come Battisti, Guccini e Branduardi) e Dirodorlando.



Da queste attività i Mantegazza sono assorbiti durante tutti gli anni Settanta fino alla fondazione nel 1975 della cooperativa Teatro del Buratto che porterà sulle scene spettacoli che sono pietre miliari del Teatro d’Animazione: dal lavoro di debutto L’Histoire du Soldat del 1975 sulle musiche di Igor Stravinskij, al Pierino e il lupo di Prokofiev del 1976, al Cipì di Mario Lodi del 1978, fino a quello Quello Stolfo da Ferrara (e alla sua versione per ragazzi Il Viaggio di Astolfo), liberamente tratto dall’Orlando Furioso, con testo di Raffaele Crovi, musiche originali di Franco Battiato e Giusto Pio, scene e costumi di Enrico Lui e di Tinin e la regia di Velia, vincitore nel 1983 del Premio E.T.I. Stregagatto come migliore spettacolo. Conclusa nel 1986 l’esperienza al Buratto e lasciata la direzione del Teatro Verdi di Milano, Tinin riprende i suoi numerosi impegni giornalistici e televisivi; nell’85 inventa il pupazzo Dodò, protagonista del programma per bambini L’albero azzurro, di cui Tinin è anche tra gli autori. Velia sarà invece la regista per oltre 500 puntate di quella che diventerà rapidamente una trasmissione “cult” della Rai. Nell’89 Tinin inizia la collaborazione a Il fatto di Enzo Biagi, realizzando i disegni delle schede in onda ogni sera su RAI 1, fino alla “tristemente famosa” chiusura del programma. Velia intanto si dedica alle regie di spettacoli teatrali e di musica d’autore, con collaborazioni che spaziano dal Teatro Alla Scala di Milano a quelle con Ornella Vanoni, Gino Paoli, Ivano Fossati, Elisa, Samuele Bersani e Teresa De Sio e alle regie di alcune edizioni del Premio Tenco. Si è dedicata poi con convinzione a progetti con Massimo Carlotto sul Teatro di protesta e a iniziative editoriali e di spettacolo per il sostegno di Emergency. I Mantegazza si sono trasferiti da molti anni a Cesenatico, divenuta la loro città d’elezione e dove Tinin ha dato il suo fondamentale apporto per la nascita del Presepe della Marineria; ha inoltre dato vita nella vicina Gatteo al Festival della Micizia e a Sorrivoli al Festival dei Burattini. A Cesenatico si dedica ad una ricerca squisitamente “estetica” sulle luci e sui colori marini e da questa insistita indagine sono scaturite alcune grandi imprese decorative, come quelle del ’96 – ’98 al ristorante La Buca di Cesenatico. Tredici Orizzonti di mare sono stati esposti nel maggio ’99 nei saloni del Casinò di San Pellegrino Terme in occasione del Festival Nazionale della Poesia.