Costruire fantastici burattini, laboratorio condotto da Natale Panaro, tenutosi a Pordenone il l’8, 9, 22 e 23 novembre, è stato la felice premessa alla mostra “IL FANTASTICO MONDO DEI BURATTINI” che si terrà al Centro Culturale Aldo Moro tra gennaio e febbraio 2015.
Natale Panaro, piemontese dell’Alto Monferrato, è scultore, disegnatore, illustratore, e tra il 1991 e il ’99 ha realizzato i pupazzi e le animazioni per l’Albero Azzurro, ha collaborato con il Teatro del Buratto di Milano, realizza per Emanuele Luzzati diversi burattini, tra cui un delizioso Pulcinella, collabora tuttora con la Casa di Pulcinella di Bari.
La proposta era quella di lavorare alla costruzione di burattini con il metodo della carta incollata di cui Natale è vero maestro.
Il lavoro con Panaro, non è mai un lavoro solamente tecnico- per quanto preciso e dettagliato- ma sempre e anche artistico e umano. Ad un consiglio, ad una procedura, ad un “trucco” Natale abbina e alterna un racconto, un aneddoto, una battuta, una memoria. Ecco che la carta (in quella che potremmo definire la fase 1) non va appallottolata a caso, ma va raccolta e lavorata nel palmo, va ammorbidita e spiegazzata e poi fissata su un tubo, di cartone questo, con dello scoth da carrozziere. Salta fuori un episodio capitatogli da bambino alle elementari: a scuola una sua compagna di classe fa la spiona con la maestra dicendo che Natale disegna alle lettere sul quaderno occhi, bocche, orecchie, trasformandole in “facce” e “personaggi”… un’imperdonabile trasgressione per un bambino della scuola postbellica!!
Il lavoro prosegue con la creazione di spessori e sporgenze delle teste (naso, mento) con strati di carta-paglia imbevuta in acqua e vinavil, mentre la testa deve iniziare ad assumere un carattere e una personalità… Natale è prodigo di consigli: no alla testa “a lampadina” no alla testa “a pera”, si alla forma “a uovo”, attenzione allo spessore del collo, come irrobustiamo il tutto con il filo di ferro, quali errori comuni possiamo evitare: le labbra sporgenti, gli occhi a palla… e prosegue nel frattempo il racconto di altri episodi, il racconto degli studi (N. frequenta il liceo classico – nelle intenzioni materne avrebbe dovuto diventare prete – e poi la facoltà di Letteratura, non era ammissibile né immaginabile, negli anni ’50, per un ragazzo la frequentazione dell’Accademia di Belle Arti, ma la vocazione di Natale per la scultura, per il teatro, per l’arte non si fa zittire).
Noi adulti frequentanti, poi, ci siamo divertiti come bambini, a stracciare, a spapocchiare, a pestare e battere la carta di giornale che (dopo almeno tre di questi passaggi ripetuti) sarebbe diventata cartapesta, mescolata a una spruzzata di gesso in polvere e ad un po’ di vinavil.
Stendiamo uno spessore di cartapesta sulla testa del burattino – alcuni di noi lavorano invece con lo stucco, materiale di insospettabile difficoltà di manipolazione – e poi lasciamo asciugare.
Panaro si spazientisce per i tempi morti, i tempi di asciugatura e ama infatti moltissimo la lavorazione del legno (il padre, ferroviere, a casa costruisce molti oggetti con il legno, tra cui una bambolina femmina, con precisi dettagli anatomici, che provocherà l’imbarazzo della maestra e Natale acquisisce già dall’infanzia familiarità con sgorbie, scalpelli, seghe, lime), lavorazione che permette di arrivare al completamento della testa in pochi passaggi.
Il secondo week-end di lavoro è dedicato alla lisciatura delle teste con la carta vetrata, alla preparazione della superficie per la fase di pittura. E’ con questa fase che il burattino di ciascuno acquisisce la sua fisionomia definitiva, o quasi. Manca ancora il lavoro sartoriale: la preparazione del buratto (quella specie di “vestito” realizzato con la tela grezza delle lenzuola) sopra cui si mette il costume vero e proprio. I capelli vengono fatti con la lana e anche in questa fase Natale non smentisce la sua artistica generosità: come creare una testa riccia, come fare i boccoli, come attaccare i baffi, quali trucchi per incollare i capelli alla testa in maniera da risultare naturale, e così via.
E’ finito il laboratorio, i burattini sono quasi terminati – alcuni di noi li completeranno per conto proprio – e Natale Panaro rientra a Tortona, dove abita, non prima, però, di aver fatto una lunga deviazione fino a Belluno, dove c’è una segheria che ha quel tipo particolare di legno che non si trova ovunque…
A Natale Panaro -artista-artigiano- vanno i nostri ringraziamenti per la sua lezione tecnica, umana, artistica.
Federica Guerra
Il laboratorio Costruire fantastici burattini avrà due prosecuzioni nel 2015; la prima sarà a partire da metà gennaio un laboratorio di costruzione burattini per bambini dai 6 anni, condotto da Federica Guerra; l’altra prosecuzione è il laboratorio Anima-azione (sulle tecniche di animazione, movimento e uso della voce) condotto da Walter Broggini (un week-end a gennaio, uno a febbraio).